I NY FIVE
Kenneth Frampton presentò al pubblico, durante una mostra al MOMA di New York, cinque architetti: Peter Eisenman, Michael Graves, John Hejduk, Richrad Meier e Charles Gwathmey. Eisenman appare subito come la personalità con più spicco e spessore teorico. Aveva già lavorato su analisi che si incentravano sull'analisi formale di edifici sul quale rivendicava la centralità di processi linguistici e sintattici che presiedevano l'opera. Eisenman sostiene che nessuna rivoluzione è avvenuta a causa della riproposizione del Rinascimento che, ponendo l'uomo al centro di tutto, non da spazio alla riflessione e il ragionamento sull'arte. Eisenman rappresenta la rottura della centralità umanistica, l'oggetto-architettura deve esistere di per sé e rispondere alle sue leggi interne, non derivare o acquisire valore da un contenuto umano. Ripropone così l'architettura come Testo, per rappresentare la Struttura formale di narrazione. A cominciare dal 1967
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